A partire dal prossimo anno scolastico, l’utilizzo degli smartphone sarà vietato anche nelle scuole superiori italiane. Lo ha annunciato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, con l’obiettivo di contrastare l’abuso dei dispositivi digitali tra i giovani e promuovere un ambiente scolastico più sano e concentrato sull’apprendimento.
Dopo il divieto già in vigore nella scuola primaria e secondaria di primo grado, la nuova circolare – attesa entro l’estate – estenderà le restrizioni alle scuole superiori, introducendo regole chiare per arginare un fenomeno che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti: la dipendenza digitale.
Il divieto di smartphone anche nelle scuole superiori non è solo una questione disciplinare: è una scelta che tocca da vicino il benessere psicologico delle nuove generazioni.
Un fenomeno dilagante: i numeri della dipendenza digitale
Secondo l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’età media del primo smartphone si è abbassata a 9 anni. Dati ISTAT e Save the Children confermano che oltre il 70% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni possiede uno smartphone e lo utilizza quotidianamente, spesso senza controllo.
Uno studio del 2023 del Centro Studi “Generazioni Connesse” ha evidenziato che gli adolescenti italiani trascorrono in media 5,7 ore al giorno sullo smartphone, con picchi di oltre 100 consultazioni giornaliere del dispositivo. Circa 4 ore sono assorbite dai social media, in particolare TikTok, Instagram e Snapchat.
Un’indagine finlandese pubblicata nel 2024 sul Journal of Behavioral Addictions ha mostrato come il 17% delle studentesse tra i 15 e i 16 anni presentasse sintomi riconducibili a una dipendenza dai social network.
Questa esposizione costante ha effetti tangibili sulla salute mentale e sul rendimento scolastico degli studenti, tanto da far parlare sempre più spesso di “nomofobia”, ossia la paura irrazionale di restare senza telefono.
Impatto psicofisico e scolastico
L’uso incontrollato degli smartphone comporta una serie di conseguenze ormai ampiamente documentate:
- Salute mentale: ansia, irritabilità, insonnia, isolamento sociale e sintomi depressivi sono frequentemente associati a un uso eccessivo del telefono. La luce blu degli schermi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), compromette i ritmi circadiani e la qualità del sonno.
- Rendimento scolastico: uno studio congiunto dell’Università Milano-Bicocca e della SUPSI (Svizzera) su dati INVALSI ha mostrato come l’uso intensivo dello smartphone sia correlato a peggiori performance in matematica e comprensione del testo, soprattutto tra gli studenti con difficoltà pregresse.
- Sviluppo cognitivo e sociale: il rapporto Censis 2024 ha rivelato che il 40% degli adolescenti preferisce comunicare via chat anche in presenza di amici. Questo riduce l’empatia, la capacità di gestire relazioni reali e l’abilità di risolvere conflitti in modo costruttivo.
- Effetti fisici: uso prolungato del cellulare è stato associato a cefalee, problemi posturali, affaticamento visivo e sedentarietà, con possibili implicazioni anche sull’aumento dell’obesità infantile.
Una tendenza europea: Italia capofila del cambiamento
La scelta del Ministro Valditara si inserisce in un quadro europeo sempre più attento all’impatto degli smartphone a scuola. La Francia, ad esempio, ha introdotto il divieto già nel 2018 per scuole primarie e medie. L’Olanda ha previsto restrizioni dal 2024, mentre in Spagna e Germania il dibattito è aperto. Anche la Commissione Europea, attraverso il Commissario all’Istruzione Glenn Micallef, ha annunciato che sono in corso consultazioni per valutare un’iniziativa coordinata tra gli Stati membri entro la fine del 2025.
La misura da sola non basta. Come sottolineano molti esperti, è essenziale affiancare il divieto a programmi di educazione digitale efficaci, rivolti non solo agli studenti ma anche a genitori e insegnanti.
Secondo l’Ordine degli Psicologi, l’educazione all’uso della tecnologia deve partire dalla scuola primaria e prevedere momenti strutturati di riflessione sull’identità digitale, il rispetto online e la gestione del tempo.
Anche le famiglie hanno un ruolo centrale: stabilire regole condivise sull’uso dei dispositivi, incentivare attività alternative e proporre momenti di disconnessione in famiglia sono strategie fondamentali per contrastare l’abuso.
La decisione del Governo rappresenta un segnale importante nella lotta alla dipendenza digitale. Ma la sfida è più ampia: educare alla presenza, alla relazione autentica e alla gestione equilibrata della tecnologia. Perché non si tratta solo di togliere un telefono, ma di restituire tempo, attenzione e benessere alle nuove generazioni, rimettendo al centro non il dispositivo, ma la persona.